1959 DAVOLI Krundaal DTE 1051 T 12
Valvole: 2xECC83 – 1x6AV6 – 1xECL86 con Tremolo.
Un rarissimo periodo di in cui venivano costruite le famose chitarre progettate da Antonio Vandrè. Le chitarre Wandrè erano per lo più realizzate con manici in alluminio e precedevano di oltre un decennio marchi come Travis Bean nell’uso del materiale. In combinazione con le loro forme peculiari e le finiture vivaci, i Wandré sono spesso visti come arte in formato chitarra, nonostante la loro suonabilità generalmente ben considerata. E mentre questa mentalità estetica all’avanguardia può essere la norma nel mondo odierno della liuteria boutique di fascia alta, non era esattamente un luogo comune nel 1961.
La nostra storia inizia con Athos Davoli che nel 1943, all’età di 17 anni, lavorò come apprendista ai sistemi di comunicazione radio su un aereo da guerra Savoia Marchetti presso le officine delle Reggiane. La sua passione per l’elettronica lo ha portato ad avviare una piccola attività in proprio nell’immediato dopoguerra e nel giro di pochi anni è stato in grado di progettare e costruire le più innovative apparecchiature a valvole. Nel 1957 fonda a Parma l’azienda Krundaal Davoli, dove si era trasferito dalla sua città natale, Correggio. Negli anni ’60 Davoli produsse amplificatori per strumenti musicali e per voce e acquisì una notorietà sempre più ampia. La maggior parte delle band italiane (allora chiamate “ensemble”), e anche quelle straniere in tournée nel nostro paese, utilizzano sistemi di amplificazione Davoli-Krundaal. In quel decennio si creò un vero e proprio “boom” di richieste per il continuo fiorire di nuovi gruppi musicali e Davoli sviluppò un’intensa collaborazione con Antonio Pioli “Wandre” (1926-2004) e insieme diedero vita ad una splendida produzione di chitarre elettriche, che oggi sono collezionabili in tutto il mondo.
Ho avuto la fortuna e l’onere di avere sul mio banco di lavoro questo formidabile e storico apparecchio. Questo apparecchio racconta benissimo il periodo. Per un “ragazzo” come me è un ritorno al passato.
Raccolto (e non vi dico dove) in condizioni di abbandono e naturalmente non funzionante, eccomi qui a raccontarvi come è andato il lavoro.
Come è possibile notare, la costruzione è molto semplice. La parte principale contiene altoparlante e finale, mentre nella parte posteriore è posto il preamplificatore (con il famoso tremolo).
Semplice lo smontaggio dell’amplificatore e del preamplificatore ,collegato tramite un connettore ad uno zoccolo.
Internamente scopro lo schema . . . grande Davoli. Grazie
L’enorme altoparlante fortunatamente in buone condizioni.
Iniziamo con lo smontare i componenti (altoparlante compreso) per il restauro.
Smantelliamo anche lo schienale per accedere al preamplificatore.
Signori e signore, ecco il preamplificatore (con tremolo). Notate il colore dorato della vernice e le manopole con lo stesso tema al centro. Immaginate i riflessi che emanava in una balera sotto le luci del tempo (calde alogene), mai invasive.
Tolto il coperchio, ecco lo scrigno che nasconde un cablaggio ordinato (mi ricorda i tempi della scuola). Saldature fredde? non esistono qui, Si usavano saldatori con una punta enorme e stagno in abbondanza. La pulizia interna è esemplare. Bravo il tecnico che ha eseguito il lavoro. Catena di montaggio? Mah, credo che qui siamo di fronte ad una produzione artigianale.
Ecco il lavoro di recupero del frontale, notate inoltre la doppia presa di ingresso, una DIN e una “Geloso”. Splendido ritorno ai colori originali.
Rimontaggio dei componenti e sostituzioni delle viti, Bello eh?
Dopo la revisione del circuito (con sostituzione di alcuni componenti), ecco il rimontaggio nel pannello posteriore con fissaggio del modulo. Notate il dettaglio dell’intervento, compresi i nuovi gommini di protezione che isola un poco il preamplificatore dagli scossoni. I gommini erano presenti in origine e sono stati sostituiti.
Risolti i problemi del finale con ripristino cambiatensione, sostituiti condensatori elettrolitici.
Siamo al termine, il mobile è stato restaurato, il preamplificatore riparato e restaurato, l’amplificatore riparato, lo schienale è stato restaurato. Manca solo il test finale . . .
SUONA, ECCOME SE SUONA, SILENZIOSISSIMO, CHE FANTASTICAS OPERA STRAORDINARIA.